• Dolore
• Rigidità
• Perdita di flessibilità
L’artrosi, in particolare, è la più comune di tutte le patologie articolari al mondo e inizia in modo asintomatico nel 10% della popolazione adulta e aggravandosi dopo i 60 anni di età.
• Genetica
• Fratture
• Lesioni articolari
• Invecchiamento
• Alcune forme di artrite
• Attività sportiva intensa
• Grado 0: normale
• Grado 1: quasi normale, presenza di lesione superficiale
• Grado 2: anormale, lesione estese fino a <50% dello spessore della cartilagine
• Grado 3: molto anormale, con lesione > 50% dello spessore
• Grado 4: molto anormale, con presenza di lesione osteocondrale del ginocchio
In pazienti con un grado artrosico elevato, dove l’immagine radiografica evidenza una degenerazione più pronunciata, la terapia di medicina rigenerativa con tessuto adiposo o con cellule mononucleate è più consigliata. Nel caso, invece, il processo artrosico sia lieve, dove il paziente accusa un’infiammazione in seguito a sforzo, è più indicata l’infiltrazione con fattori di crescita piastrinici perché ha un rapido effetto antinfiammatorio.
Il PRP si ottiene da un semplice prelievo di sangue periferico, centrifugato in modo da separare e concentrare le piastrine come richiesto dalla normativa vigente. Il plasma così ottenuto, ricco di piastrine, sarà infiltrato nella sede del danno favorendo il rilascio di fattori di crescita dal potenziale anti-infiammatorio e rigenerativo.
Le cellule staminali mesenchimali sono cellule capaci di auto-rigenerarsi e differenziarsi, a seconda della necessità, in cellule specifiche e caratteristiche dei diversi tessuti umani. La metodica di trattamento con cellule di derivazione adiposa prevede il prelievo di tessuto adiposo dalla regione addominale o dai glutei oppure dalle cosce e la sua processazione all’interno di un circuito chiuso attraverso un setto filtrante in grado di rimuovere le componenti pro-infiammatorie (residui oleosi, ematici e detriti cellulari). Il tessuto adiposo micro-frammentato così ottenuto risulta ricco di cellule mesenchimali e pronto per essere infiltrato nel sito articolare. Le cellule mesenchimali sono in grado di:
• Promuovere la spontanea guarigione dei tessuti
• Ridurre il processo infiammatorio
• Rigenerare i tessuti danneggiati
• Prevenire l’utilizzo di farmaci FANS e altre terapie convenzionali
• Ritardare se non prevenire l’intervento chirurgico protesico
Le cellule mononucleate possono essere considerate una terapia cellulare alternativa tra il PRP e il concentrato cellulare e si ottengono da un semplice prelievo di sangue periferico da cui è trattenuta la componente cellulare mononucleata, costituita da monociti e linfociti. Una volta infiltrate in sede di lesione, le cellule mononucleate ed in particolare i monociti hanno il vantaggio di:
• Rispondere per primi al danno tissutale
• Partecipare al rimodellamento vascolare
• Riparare la componente strutturale tissutale
• convertire il processo pro-infiammatorio in un processo anti-infiammatorio, dando inizio nel sito del danno alla rigenerazione dei tessuti
• portare alla formazione di nuovi vasi sanguigni e quindi a una migliore vascolarizzazione
La tecnologia che separa le cellule mononucleate dal resto del sangue si avvale di un sistema dotato di un filtro che, tramite circuito chiuso, seleziona per dimensione le cellule mononucleate, dal potenziale rigenerativo, escludendo altre componenti cellulari come gli eritrociti e i granulociti dal potere pro-infiammatorio. Il concentrato di cellule mononucleate selezionate è caratterizzato da un’alta vitalità cellulare in quanto il sangue non viene stressato ma filtrato ed è facilmente iniettabile in sede di lesione e non presenta reazioni avverse. È importante sottolineare come tutti i trattamenti di cui si avvale la medicina rigenerativa per trattare l’artrosi permettono di arrestare e/o rallentare la degenerazione dell’articolazione cartilaginea, consentendo così di posticipare un intervento chirurgico invasivo.